lunedì 26 marzo 2018

Corpo e Spazio

Corpo e Spazio
Osservazioni su Arte - Scultura - Spazio
di Martin Heiddeger edito da il melangolo

Architettura Scritta

E' l'artista a realizzare un confronto con lo spazio.
Certo; ma è in condizione nel realizzare ciò e grazie a ciò di sapere quel che accade in tale confronto? (...) Non lo è.

L'arte è un modo di conoscere.
Questa esperienza scaturisce solo nel corso di una paziente e multiforme meditazione.

Che cos'è lo spazio? (...)
Quel che noi in modo piuttosto indeterminato chiamiamo spazio, viene rappresentato in relazione ai corpi presenti.

Lo spazio, occupato da un corpo, è il suo luogo.

Kezuyo Sejima per il padiglione di Barcellona

sabato 24 marzo 2018

La Geografia dei Mostri

Collage post-atomico di un paesaggio possibile.
Paesaggio fatto di mostri, trapianti, suture e cicatrici. Verso una nuova estetica.

Architettura Immaginata




Luca Esposito
Necessità futura dell'abitare contemporaneo - LE



Necessità futura dell'abitare contemporaneo.
La stazione alta velocità di Afragola e il suo paesaggio.

LA TEORIA DELLA COALESCENZA
dal dizionario enciclopedico Treccani:

coalescenza; In fisica, il fenomeno per cui le goccioline più piccole di un liquido disperse in un altro liquido non miscibile (per es. goccioline di olio in acqua) tendono a unirsi alle più grandi, fornendo quindi aggregati di maggiori dimensioni. La c. si spiega in base al fatto che un sistema disperso tende ad assumere la configurazione cui compete la minima energia superficiale.

CONCEPT
mostri, suture e cicatrici 

Le analisi dei materiali che compongono la città portano a riconoscere l’unicità di ogni situazione urbana contingente e la specificità di ogni territorio.
Da questo la necessità di progettare site-specific.

Lo spazio della città, dunque, è da considerarsi come un vero e proprio ecosistema, composto da tutti gli elementi naturali ed artificiali, che tra loro tessono una molteplicità di scambi e mutue relazioni.
La città è così letta attraverso la lente del paesaggio, la nuova e ampia dimensione della città.

Il paesaggio eredito, usurato dalla fase espansiva delle città, ha bisogno, per essere letto, di uno sguardo “altro”, che consenta di vedere le potenzialità latenti di “quell'arcipelago di spazi aperti contaminati dalle scorie del metabolismo urbano e industriale” (Gasparrini).
L’area che si estende intorno alla stazione Alta Velocità di Afragola è caratterizzato dalla presenza di un territorio popolato da mostri.
I mostri sono elementi sovradimensionati che hanno una propria vita, indipendente dall'uomo e sono inseriti nel paesaggio. La geografia dei mostri disegna la nuova percezione della città, una città cavata, svuotata di senso, lacerata e usurata dall'uomo e dal tempo.

Suturare è l’azione principale.

Suturare il paesaggio dove è bucato e strappato, riunire lembi di territorio che sono stati disgiunti, ricomporre  la città partendo dagli elementi puntiformi dei drosscape e disegnando un progetto dotato di senso e di efficacia.  Le suture collegano membra del paesaggio.

Le cicatrici sono la testimonianza dell’ azione dell’uomo nel paesaggio; sono frammenti della memoria che non si cancellano, ma restano lì, immobili, a testimoniare l’azione dell’uomo nel paesaggio. Le cicatrici raccontano un evento traumatico passato, ma dietro un evento traumatico vi è la possibilità di trasformazione: una prospettiva di trapianto.

STRATEGIA GENERALE
misurare e conquistare lo spazio della città attraverso la creazione di un bosco

meta-bosco
Il meta-bosco si sviluppa lungo le infrastrutture, insediandosi negli spazi interstiziali delle strade e super strade, nella aree di pertinenza delle ferrovie, nei suoli abbandonati, quelli inquinati, abusivi, lungo i corsi d’acqua, in prossimità delle strade di campagna, all'interno di edifici dismessi, intorno alle grandi fabbriche.
Il meta-bosco  unisce frammenti di città e paesaggio, un terzo elemento per la definizione di un terzo paesaggio.

Qui è l’elemento vivo della natura che permette di connettere lembi lacerati del territorio.
Filtro mutevole e cangiante del paesaggio.

Visto da lontano un bosco è simile ad un altro, visto da lontano un bosco è una massa omogenea di alberi che in modo compatto occupano un’area.
Il meta-bosco è così un elemento naturale che si sviluppa in modo epidemico, contagiando  ogni cosa.


CONCEPT DI PROGETTO
TRAPIANTO
teoria del (meta) bosco

Il trapianto è l’inizio di una nuova vita. L’azione passa da un evento traumatico per diventare una nuova prospettiva di trasformazione.
Ed è di trasformazione che il paesaggio oggi ha bisogno.

La dimensione inversa

I drosscape si configurano come vere strutture urbane.
Non sono solo vuoti delle dismissioni o luoghi di scarto ma vere macchine urbane funzionali.
(da RE-CYCLE, edito da Letteraventidue)

La dimensione di macchina urbana viene  espulsa dalla stessa città che la nega al suo interno. Il rifiuto all'accettazione porta la macchina urbana necessaria alla vita stessa della città a diventare un luogo dell’abbandono. L’emergenza ambientale che emerge mostra una crescente consapevolezza del tema della scarsità di risorse e della riproducibilità. Anche la necessità di non consumare ulteriore suolo richiede qualche nota aggiuntiva sul tema dell’edilizia informale e la qualità architettonica.

Il progetto del meta-bosco

La strategia locale è orientata verso due direzioni principali che connettono i centri urbani prossimi al grande vuoto della campagna, intorno alla stazione dell’alta velocità.
Tre nuclei principali sono stati individuati, che ridisegnano le centralità della campagna: la stazione, l’ex discarica e l’area prossima al centro commerciale.

Il paesaggio sarà vissuto attraverso un sistema di mobilità lenta; percorsi ciclabili e pedonali inter-poderali che uniscono la stazione con i centri di Afragola e di Acerra  attraversando i campi bonificati e coltivati. I margini delle infrastrutture saranno lo spazio di un bosco lineare che parte dalla stazione di Afragola per contaminare ogni altro luogo analogo. Il bosco diventa un tema di progetto coniugato in diversi modi in base alle diverse qualità dei suoli. Per la strategia generale, il meta-bosco è uno scenario futuro che raggiunge i siti abbandonati o quelli prossimi al tracollo; un’azione per l’ambiente e per offrire una seconda possibilità ai luoghi segnati dall'espansione urbana incontrollata e sovradimensionata.



Luca Esposito
La Geografia dei mostri - LE

Luca Esposito
La campagna - LE






Luca Esposito
La stazione - LE

Luca Esposito
La collina delle Ceneri - LE

Luca Esposito
Il parco - LE

Luca Esposito
Il fiume - LE

Luca Esposito
Il paesaggio - LE

Luca Esposito
Dal treno - LE

Luca Esposito
La chiesa - LE







lunedì 19 marzo 2018

Mutazione

Il tempo dello spazio
Kevin A. Lynch

Architettura Scritta

"Il mutamento e la ricorrenza sono il senso stesso della vita. Il mondo intorno a noi muta continuamente e spesso ci confonde: tutti i problemi di pianificazione si riducono al controllo del mutamento. Un' immagine positiva del tempo dovrebbe celebrare e dilatare il presente e insieme connettersi al passato e al futuro; (il tempo) dovrebbe essere flessibile." K. A. L.



"Vivere intensamente nel presente può impedire la creazione di una immagine mentale del futuro, e viceversa." 


Luca Esposito
Mutazione su Carrè Blanc di Malevich di Luca Esposito

giovedì 15 marzo 2018

Circa Il tempo

tratto da una conversazione su whatsapp

Architettura Scritta

Il tempo.

"Siamo d’accordo che non esiste, ma è utile. Hai letto Rovelli quindi sai di cosa parlo. Non esistono i secondi ma esiste l’orologio che non ci fa perdere il treno. Ma a quanto pare una buona architettura come una buona arte non hanno bisogno del tempo (o spirito del tempo, o avanguardia) per essere eterna deve esserci assenza di tempo. Non ‘nuovo’ ma ‘senza tempo’.

(Piuttosto esiste lo spazio, che presuppone un vuoto… ma questa mi sa che è un’altra storia… )"



"Chiaro. Ma esiste anche il tempo come scoperta, come quando Fontana taglia la tela ed esplora la quarta dimensione dell'arte, o le piazze metafisiche di De Chirico in cui il tempo seppur immobile esiste ed è presente. Il tempo in architettura, per me è stata una piacevole scoperta, si attiva nel momento in cui l'uomo vive l'architettura. Che bella domanda sarebbe questa: “Che tempo misura la Sua architettura?” Una domanda per Venezia, o Zermani o Holl. Il tempo è misurato da noi e dal nostro perpetuo movimento nello spazio e non è eliminabile. Mi piace immaginare l'architettura immobile, anche se non lo è in termini assoluti, si agitano le particelle elementari degli atomi che compongono ogni cosa... ma difronte ai nostri pigri occhi è tale: ferma... ma si attiva nel momento stesso in cui noi la viviamo.

Fare un'architettura senza tempo è possibile?
Penso che sia questione di qualità e di linguaggio e di significato.
Ma di per se, una immagine senza tempo di una cosa non può esistere."

(...)

Luca Esposito
Attesa - Il tempo fermo. Progetto per l'area dell'ex Ciano 

domenica 11 marzo 2018

Mosul Postwar Camp - Experiment

Architettura Rappresentata

Mashallah - Mosul Postwar Camp.

Progetto per una possibile costruzione temporanea nei territorio di Mosul.
La facciata auto-costruita.


Collaborazione in un progetto collettivo.
@experimentpostwarcamp


Luca Esposito
Mashallah


martedì 6 marzo 2018

San Girolamo [Penitente]

Studio concettuale
Facis de necessitate virtutem. (da Apologia adversus Libros Rufini)

Architettura Rappresentata


San Girolamo Penitente di Luca Esposito
“Il volto è lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore.” 

Casa come Me ovvero Casa Malaparte ovvero Il Perturbante

tratto da una conversazione su whatsapp.

Architettura Scritta

"l'architettura non si deve abitare?"
"fisicamente e realmente?"
"allora è arte ormai."

"Arte e architettura sono due cose distinte che non possono essere sullo stesso piano, l'arte non deve piacere a nessuno, l'architettura si (Adolf Loos), l'architettura ha un ruolo sociale che investe la dimensione umana. Ma l'architettura deve anche essere vissuta, deve essere porosa e permeabile, alle persone e agli eventi... per non parlare del tempo, architettura porosa e permeabile al tempo (quanto mi piacerebbe pensare ad una architettura così).
La prima questione è sul tema fondamentale dell'abitare. Cosa è abitare, come si manifesta... una architettura vuota è una architettura per abitare?
Credo che il tema fondamentale a cui oggi dobbiamo interessarci sia la "necessità futura dell'abitare contemporaneo"... quindi si deve capire che vuol dire abitare oggi e come si manifesta nel contempo, ma con l'attenzione al futuro, quindi una contemporaneità protesa verso un futuro.
Casa Malaparte ha una dimensione domestica, familiare, che riconosciamo, o è meglio dire che la conoscevano, chi ha avuto la possibilità di viverla... esiste così una condizione di familiarità verso le cose che ci circondano nella domesticità quotidiana (Heimlich).
Quando avviene la trasposizione di ciò che conosciamo come familiare in un nuovo stato, imprevedibile ed inaspettato, abbiamo il perturbante, uno stato di inquietudine.
Allora Casa Malaparte a mio avviso ha una prima fase che coincide con la dimensione domestica e familiare di un uomo, con tutte le vicende che hai letto... poi ad un certo punto inizia la fase del perturbante. Riconosciamo ancora che è una casa, da quegli elementi che la definiscono come tale ma un nuovo stato si è innestato. Ed è la fase delle mutazioni e dei "trapianti"... 
Casa Malaparte come tema di una pluralità di possibili soluzioni... architetture in divenire... ma che sono già "altro".

Quando l'architettura poi ci è preclusa, diventa così inaccessibile, allora la nostra possibilità di viverla in modo reale si riduce e l'unico modo di poterla vivere è attraverso l'immaginazione, l'idealizzazione. Così casa Malaparte diventa le case Malaparte... e così tutta l'architettura... in un continuo infinito di sostituzioni e immaginazioni...

La fase successiva al perturbante è l'eliminazione dell'architettura concreta come massa, come materia e la sua sostituzione con l'essenza stessa dell'architettura...
Ora, la mia domanda è... esiste sempre l'architettura anche se non esiste la materia?
ecco.. per me si..ma tutto questo è possibile per fasi, in un crescendo continuo di analisi e si sintesi fino al nocciolo; quando la materia scompare, il paesaggio anche... resta l'idea e il mito


Però la Casa Malaparte vive sempre in ogni fase... non una cancella la precedente.. vedi esiste una piccola stanza alla fine della casa, nella sua parte più protesa verso il mare... un piccola finestra quadrata definisce un porzione di paesaggio, forse una scrivania, un sedia e qualche libro completano l'armamentario minimo di quella stanza.
A mio avviso nella prima fase la casa vive nel percorso continuo di scoperta che coinvolge l'uomo (moderno) a vivere quello spazio. Un percorso in diagonale che attraversa la prima grande stanza per poi concludersi nella piccola stanza solitaria vista mare... ma la vista non conta, è il percorso di scoperta che è fondamentale... l'uomo misura l'architettura con il suo muoversi e il suo muoversi attiva il tempo.
Quindi esiste così un tempo dell'architettura?
 "Caro Rovelli...." potrebbe essere l'incipit di una prossima lettera...
 Ecco se una casa su un promontorio semi inaccessibile di una piccola isola riesce ad alimentare tante suggestioni, posso dire che quella si, è una architettura ma è anche arte.
(argomenti confusi)"

"aspetta aspetta, calma perché credo di aver capito"
(...)
"Ecco qual era il segreto. L’orizzonte. Così semplice..."




Luca Esposito
Casa come me ovvero Casa Malaparte ovvero Il Perturbante